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L'onda lunga del Titanic

di Tiziana Viganò

genere: romanzo storico, romance

editore: Macchione, 2017

pagine: 130

illustrazioni a colori: 19

illustrazioni in b/n storiche: 21 
ISBN 978-88-6570-395-3

C'è un amore nuovo, improvviso come un fuoco d'artificio della festa di San Giovanni a Varenna, nella meravigliosa cornice del lago di Como.

C'è un amore antico, struggente e malinconico, entrato nel mito perchè i protagonisti, realmente esisiti, una Giulietta e un Romeo irlandesi, si imbarcarono sul Titanic alla ricerca di una nuova vita insieme e purtroppo morirono nel naufragio.

Le parole di un diario dimenticato legano due donne a cent'anni di distanza.

Un libro rasserenante, sulla bellezza dell'amore, che fa riflettere sognando.

Cosa può legare una donna moderna, architetto di successo, con il ricordo di una donna di cent’anni fa, morta per amore sul Titanic? Misteriose vie del ricordo uniscono gli avvenimenti del romanzo in una doppia storia d’amore ambientata oggi sul lago di Como, a Varenna, in un’estate profumata da cascate di rose bianche in fiore.

Il diario della donna irlandese, realmente esistita, Mary Mullin, racconta la  storia d’amore con Denis Lennon fino all’affondamento della mitica nave in quel lontano 15 aprile 1912: ritrovarlo aiuterà Clara a capire quello che davvero desidera dalla vita, ad ascoltare il suo cuore e a scegliere il meglio per sé, senza rinunciare alla sua passione artistica né al suo amore.

L’onda lunga del Titanic raggiunge i giorni nostri e, grazie alla precisa documentazione storica che supporta il flash back creato dalla scrittrice, ci immerge di nuovo in quell’atmosfera magica e fatale: una storia intramontabile, che è diventata un simbolo universale.

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Prefazione di Claudio Bossi

Il Titanic, la più bella e più grande nave mai costruita dall’uomo, almeno fino a quel 1912, non smette di accendere la fantasia di registi, collezionisti, romanzieri e di tutti coloro che vogliono conoscere una delle storie più epiche, drammatiche e commoventi dei nostri tempi.

 

Tiziana Viganò, con questo suo nuovo lavoro, ha avuto la brillante idea di far rivivere una pagina della storia del celebre transatlantico legandola ai ricordi d’infanzia di una donna dei nostri giorni, alle prese con ben altri problemi rispetto a Mary Mullin, la giovanissima migrante irlandese che partì per quel viaggio di speranza e di morte. Entrambe però hanno in comune un sentire le emozioni d’amore tutto dolcemente femminile. Abilmente la scrittrice coinvolge il lettore nella storia di una donna moderna, salvo poi, con un flash back, proiettarlo indietro nel tempo di cento anni fa, in piena Belle Époque.

Il libro, suddiviso in brevi capitoli, scorre rapidamente, scandito da un bel ritmo: lo stile fluido e diretto ne favorisce la lettura.

All’inizio la storia di Clara si svolge nella Milano dei nostri giorni, poi a Varenna, località magica sul lago di Como, dove si intreccerà con l’antica vicenda, con i ricordi del Titanic, con una storia d’amore del passato che in molti modi si incontra col presente.

 

La grande nave fa da sfondo a una bella e tragica vicenda realmente accaduta in quel suo primo e ultimo viaggio, ma diventa anche protagonista, con la forza del suo mito che non tramonterà mai.

La parabola del Titanic non rappresenta solo un ammonimento, una metafora dei mali del mondo, dagli errori umani alla sciagurata faciloneria, dalla mancanza di responsabilità alla deliberata volontà di mettere al primo posto il dio denaro.

Ma è anche una storia di fede, di coraggio, di sacrificio. E di amore.

Su quella nave si è rappresentato il mondo e la storia dell’uomo.

 

Mary e Denis, questi i nomi dei due innamorati protagonisti della nostra storia, erano persone in carne e ossa, veramente esistite a bordo del Titanic: i due ragazzi irlandesi, per coronare il loro sogno d’amore, cercarono di lasciare tutto il loro passato alle spalle e di costruirsi un futuro là nella lontana America.

Ci pensò un iceberg, infame montagna di ghiaccio, a mandare a fondo i loro sogni e le loro aspettative.

Vissero la tragedia, ma la non poterono mai raccontare … se non con l’escamotage ideato da Tiziana Viganò, che ha utilizzato le cronache dell’epoca per dare una solida base alle sue fantasie.

 

James Cameron, il regista che con i suoi personaggi Jack e Rose del famoso film “Titanic”, ha aperto la via ad alcuni autori stranieri di romanzi basati sulla fantasia, ma quello di Tiziana Viganò ha il pregio di essere veramente ben documentato dal punto di vista storico e iconografico.

Non solo ha puntualmente utilizzato la storia vera dei due protagonisti, ma ha curato particolarmente l’ambientazione e l’atmosfera di quel grande evento, descrivendolo nei minimi particolari: ciò che è successo alla partenza, durante il viaggio, nelle cuccette, nei saloni, sui ponti, tra gente di varie etnie che popolava il transatlantico, con i suoi diversi costumi, i canti e le lingue.

 

Anche se l’autrice si è concessa qualche “licenza poetica”, va da sé che la grande nave, con i suoi opulenti salotti e le sue spartane cabine di terza classe, con i personaggi che realmente vivevano, passeggiavano, parlavano, amavano, emerge in tutto il suo fascino insieme con la storia dei due innamorati, e diventa una coprotagonista.

 

Mi sia consentito esprimere la mia gratitudine alla scrittrice, penna di raffinata squisitezza, per avermi rivolto l’invito a scrivere questa prefazione: sono stato felice di averle fornito la mia consulenza e la mia esperienza storica sul Titanic.

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